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Dare di più ai padri per far avere di più ai figli

 

Perchè i tagli alle pensioni e l'allungamento della vita lavorativa aggravano la crisi

 

Giovanni Mazzetti

Asterios Editore, 2012

 

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Dalla quarta di copertina

Se gli individui riusciranno a ricongiungersi con la loro storia, come qui abbiamo cercato di aiutarli a fare, potranno facilmente riconoscere che è economicamente sensato: 1) garantire, a chi ha contribuito per un periodo di venticinque/trent'anni alla produzione nella forma del lavoro salariato, una partecipazione adeguata ai frutti della riproduzione sociale, attraverso una pensione ancorata alla retribuzione e alle condizioni di vita divenute storicamente normali, invece che ai soldi accantonati;

2) aprire lo spazio alle generazioni anziani per altre forme di partecipazione alla produzione caratterizzate da un maggior grado di libertà rispetto al lavoro salariato, fornendo loro i mezzi economici corrispondenti, che dovrebbero aggiungersi alla pensione, invece di relegarle nei Centri anziani, o lasciarle chiuse in casa, in attesa del trapasso;

3) creare, attraverso il perseguimento degli obiettivi sociali appena indicati - che si concretizzano ancora in spese che non puntano ad essere remunerative - alcune delle condizioni materiali affinchè le nuove generazioni possano estrinsecare appieno e stabilmente le loro stesse capacità produttive;

4) consentire alle nuove generazioni, emancipate dalla precarietà, di conquistare ai propri anziani uno spazio di libertà analogo a quello che gli anziani hanno creato per loro, quando le hanno sottratte alla necessità di un lavoro precoce.

 

Quando gli individui si risveglieranno dallo stato ipnotico nel quale, in molti, sono recentemente precipitati, e sapranno ascoltare con orecchie disincantate le argomentazioni degli avversari della previdenza pubblica, si renderanno facilmente conto che tutti gli appelli che vengono pressantemente rivolti loro non hanno alcun legame con la situazione di fatto, e costituiscono al massimo "frasi idealizzate, illusioni coscienti, ipocrisie premeditate".

Speriamo che affinchè questo passaggio avvenga non sia necessario soffrire così profondamente come accadde tra le due guerre mondiali, quando ci volle la disoccupazione di massa e la morte di milioni di persone che la fiducia nel laissez faire, da un lato, e nei "duci", dall'altro, era peggiore del male. Ma se, come la crisi che si protrae da trent'anni e il collasso finanziario del 2008 lasciano intravedere, la storia si ripeterà in maniera così becera, magari sostituendo ai dittatori che si avvalevano della violenza, dei leader che fanno leva sulla propaganda suasiva o dei tecnici che nascondono la loro incapacità dietro a formule salvifiche, vuol dire che, pur nel suo inguaribile ottimismo, Erich Fromm aveva pienamente ragione quando metteva in guardia la società moderna dalla spinta, intimamente radicata negli esseri umani, ad una "fuga dalla libertà".

 

 

Da pagina 73 ...

 

Vale la pena soffermarsi brevemente a mostrare l'inadeguatezza delle forme dell'esperienza sottostanti al sistema di pensiero degli avversari della previdenza pubblica commisurata alle retribuzioni. Per giustificare la sua proposta di "tornare all'idea originaria di un calcolo della pensione in base ai contributi effettivamente versati ..."(Piero Angela, Perchè dobbiamo fare più figli, Mondadori, Milano 2008, pag. 89) Piero Angela propone un disegno di Bruno Bozzetto che qui riportiamo.

 

 

Ora, quel disegno, lungi dal riflettere immediatamente la realtà, rappresenta il modo in cui Angela la fraintende. Ciò che non si accorda con la sua esperienza, pur facendo certamente parte del contesto, non viene incluso nella rappresentazione. Vediamo di che cosa si tratta.

Innanzitutto, come abbiamo indicato nel primo capitolo, sia nella rappresentazione di ieri che in quella di domani scompare completamente la dipendenza prelavorativa, nonostante, come vedremo tra breve, essa corrispondeva ieri a quasi il triplo della dipendenza postlavorativa. Accanto ai quattro vecchietti "sostenuti" dagli attivi di ieri, andrebbero messi dodici marmocchi, che all'epoca facevano parte del gruppo dei "sostenuti". Così come accanto agli otto vecchietti di domani andrebbero collocati ancora otto tra marmocchi e giovani, che continuano a gravare sugli attivi.

Questa è però l'omissione di minore rilevanza del disegno. Il quadro lascia infatti intendere che gli otto giovanotti che sostenevano i dipendenti di ieri, svolgessero un'attività qualitativamente uguale a quella che svolgeranno i quattro di domani. La forza produttiva si ridurrebbe, alle sole forze muscolari, alle "braccia" che sopportano il peso. Ma come approfondiremo nel prossimo capitolo, la situazione non è affatto questa e ogni lavoratore di oggi dispone di forze produttive straordinariamente superiori rispetto a quelle dei suoi nonni e bisnonni, così come il lavoratore di domani - se non cadrà vittima dei soloni dell'antiprevidenza - disporrà di forze incomparabili con quelle di oggi.

 

 

Ultima modifica: 20 Settembre  2023