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Quaderni di Formazione online
Come l'acqua sul dorso di un'anatra
I tratti essenziali della rivoluzione Keynesiana
(Parte Terza / 7)
GIOVANNI MAZZETTI
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“Prevedo che buona parte di quello che scrivo scorrerà come l’acqua sul dorso delle anatre se non sarò sufficientemente duro da costringere i classici a replicare.
Voglio per così dire sollevare un polverone; perché solo dalla controversia che nascerà riuscirò a far comprendere quello che dico.”
Presentazione
Nell’avvicinarci alla conclusione sulle nostre riflessioni sulla natura della “rivoluzione keynesiana”, che esporremo nel prossimo quaderno, rimane in sospeso un aspetto nient’affatto marginale del sistema teorico di Keynes. Com’è noto, Keynes oscillava in continuazione tra il bisogno di trovare delle strategie che permettessero di risolvere i problemi che esplodevano nella società capitalistica in occasione delle crisi senza intaccare significativamente il sistema, e il riconoscere che solo dei cambiamenti radicali che si spingessero al di là del sistema avrebbero potuto in futuro prevenire il ripetersi delle crisi.
Nelle pagine che seguono approfondiremo il modo in cui Keynes si rapportava ad un aspetto essenziale del processo riproduttivo capitalistico, quello della circolazione. Il capitale entra in crisi nel momento in cui percepisce che il processo di circolazione comincia a rallentare. Il rallentamento prova infatti che il prodotto non riesce a trasformarsi in denaro, e cioè non si incontra con bisogni, impedendo la sua trasformazione in valore. Ciò retroagisce sul processo produttivo bloccandolo.
Come abbiamo ricordato nei precedenti quaderni, Keynes, per affrontare il problema, proponeva un intervento dello stato che spendendo rimettesse in moto il processo di circolazione sostenendo la ripresa. Ma una delle obiezioni che venivano formulate contro di lui era che se lo stato avesse soddisfatto bisogni sociali, avrebbe determinato un peggioramento delle prospettive future dell’accumulazione, perché avrebbe ridimensionato le future prospettive di sbocco. È per questo che egli fu spinto a fare una sorta di “salto logico”, dicendo che anche se si fosse limitato a far scavar buche e riempirle, lo stato avrebbe permesso un recupero del funzionamento del sistema.
Approfondiremo il senso di questo passaggio essenziale, e delle forme che le politiche keynesiane hanno concretamente assunto nelle conclusioni da svolgere nel prossimo ed ultimo quaderno su Keynes.
Ultima modifica: 20 Settembre 2023