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Quaderni di Formazione online
Presentazione
Abbiamo preferito suddividere la seconda parte del testo in due quaderni per l’essenzialità del discorso storico che in essa viene ricostruito. Le nostre difficoltà odierne scaturiscono, infatti, dalla forte amnesia sociale che ha colpito l’Europa. Come al culmine della crisi degli anni trenta del Novecento in molti auspicarono l’individuazione di una “terza via”, quando esplose la crisi del keynesismo furono in tanti a teorizzare la necessità di imboccare questa ipotetica strada nuova. Percorrendola, dicevano, si sarebbero evitati gli errori e i mali delle opposte culture che si erano confrontate sulla scena sociale nel corso del Novecento. Tuttavia, il keynesismo rappresentava già una “terza via”, perché scaturiva dalla consapevolezza che si era ormai consumata “la fine del laissez faire”, ma allo stesso tempo delimitava radicalmente lo spazio nel quale l’intervento dello stato avrebbe dovuto incidere sulla vita dei singoli. La fantomatica “terza via”, della quale si è fantasticato nel procedere sociale a partire dagli anni ottanta, è così diventata null’altro che una forma rabberciata di riesumazione del liberismo, rimasticata attraverso una intollerabile ideologia nuovista.
I problemi reali, finendo con l’essere considerati arbitrari, sono stati sepolti nell’indifferenza generale. Per questo offriamo nei tre capitoli (sesto, settimo e ottavo) che seguono una ricostruzione dei tre momenti che hanno caratterizzato lo sviluppo del periodo successivo alla seconda guerra mondiale.
Nel sesto capitolo ricostruiamo il momento in cui la rivoluzione keynesiana ha prevalso, approfondendo i cambiamenti teorici e pratici che essa ha comportato. Nel settimo capitolo descriviamo lo sviluppo che quella formazione sociale ha garantito. Nell’ottavo analizziamo, invece, il momento in cui è esplosa la sua crisi e i fenomeni che l’hanno innescata, sottolineando la loro natura strutturale.
Nei prossimi quaderni si analizzerà la reazione alla crisi, con un approfondimento critico delle varie proposte che, avanzate da decenni, calcano ancora la scena sociale.
INDICE DELL'INTERA OPERA PUBBLICATA IN 4 QUADERNI
INDICE
Premessa
Quel pane da spartire
Introduzione
II nocciolo della questione - L'impossibilità di espandere i! lavoro: stato stazionario o crisi? - Come battersi per la redistribuzione del lavoro? - La necessità di una teoria
Parte prima Preliminari
1. Il primo scoglio da superare
La disoccupazione e il senso comune - La disoccupazione come contraddizione - Gli inutili appelli alle responsabilità
2. Il processo di riproduzione del lavoro e i suoi momenti
II momento dei bisogni - II momento dell'oggetto del lavoro - II momento degli strumenti del lavoro - II momento della forza-lavoro - L'insieme dei quattro momenti
Parte seconda Verso una comprensione dell'attuale disoccupazione di massa
3. Lavoro e capitale
La forza-lavoro come merce - Ciò che è implicito nel rapporto mercantile - II lavoro come forza produttiva del capitale
4. La ricchezza del capitale e i limiti della sua riproducibilità
II predominio della forma valore - Lavoro necessario e accumulazione - I limiti propri del rapporto di valore
5. Il problema dell'innovazione tecnica
II problema nella sua forma astratta - Lavoro risparmiato e lavoro reimpiegato - I presupposti dell'incremento della produttività del lavoro - I motivi dell'innovazione tecnica come fatto strutturale - Che fine fa la forza-lavoro resa disponibile?
6. La rivoluzione keynesiana e la soluzione del problema connesso al continuo aumento della produttività
II rifiuto della contraddizione - Una fede nella produttività - Quando la fede nella produttività ha un senso - L'emergere del problema della domanda - Come il mancato consumo può limitare la produzione - La duplice natura del rapporto di denaro - Risparmio e riproduzione sociale - II problema del salvadanaio - Ma è sempre possibile investire su scala allargata? - II capitale tra riproduzione presente e riproduzione futura - II problema dell'abbondanza di capitale - II bisogno di una nuova misura della ricchezza
7. Lo sviluppo dello Stato sociale
Misura e natura del cambiamento - Mutamenti di atteggia¬mento nei confronti della disoccupazione - Verso una politica del pieno impiego - La questione a monte della politica del pieno impiego - II passaggio cruciale verso il pieno impiego - II potere proprio dello Stato sociale - Necessità del deficit - II problema del denaro con cui pagare il deficit - Crescita del deficit e debito pubblico
8. La crisi dello Stato sociale e il ripresentarsi della disoccupazione di massa
L'arricchimento garantito dallo Stato sociale - I limiti propri dello Stato sociale - II precipitare della crisi - II reimporsi del rapporto mercantile - Perché la crisi dello Stato sociale era inevitabile
Parte terza: Quali rimedi alla disoccupazione di massa?
9. Il problema delle priorità strategiche
Un motivo suonato da una orchestra stonata - Perché è necessario imparare ad ascoltare - Un quadro generale delle forze che si battono contro la disoccupazione
10. Il reddito di cittadinanza
Una confusione da evitare - Un possibile elemento contraddittorio – Un’obiezione spesso avanzata dai sostenitori del reddito di cittadinanza - II reddito garantito e le attività utili - La libertà che cerca di esprimersi attraverso il reddito garantito - Perché non è possibile cominciare dal reddito - Il punto debole della proposta del reddito garantito
11. I lavori socialmente utili o concreti
Una precisazione essenziale - II contenuto della proposta e i problemi che pone - La questione dello spreco - I problemi sottostanti allo spreco - Che cosa vuoi dire pro¬durre in forma socialmente utile? - La veste sociale del valore d'uso - Stato sociale e individuo sociale - In quale luogo va affrontato il problema dell'utilità sociale dell'attività? - L'errore cardinale dei sostenitori dei lavori socialmente utili - Perché i lavori socialmente utili rappresentano una non soluzione - Un passaggio risolutivo - Quali ipotesi per un'alternativa?
12. Come si pone il problema della redistribuzione del lavoro
Perché non basta dire: «lavorare meno, lavorare tutti» - Per rendere il conflitto produttivo - I tratti comuni e la differenza essenziale
Parte quarta: Quel pane da spartire
13. Quale libertà nella redistribuzione del lavoro?
Progresso tecnico e problematicità dello sviluppo - Implicazioni dello sviluppo capitalistico - I mutamenti che intervengono nello sviluppo - La questione delle forme della soggettività - Soggettività ed essere sociale - La riduzione del tempo di lavoro tra libertà e necessità - La teoria dei due mondi - Microcosmo e macrocosmo ovvero il rapporto che intercorre tra individuo e società - Essere sociale e universalità degli individui - Contro l'idealizzazione del microsociale
14. Perché la riduzione del tempo di lavoro deve intervenire a parità di salario
II duplice rapporto implicito nel lavoro - Le ingannevoli mediazioni tra il dare e l'avere - Svolgimenti contraddittori del dare e dell'avere - La preparazione al cambiamento: il fordismo - II rovesciamento di prospettiva implicito nel keynesismo - I mutamenti nei rapporti di proprietà impliciti nello Stato sociale - La questione del prelievo - II rapporto lavoro morto/lavoro vivo, ovvero la chiave di lettura del-l'aumento di produttività - L'appropriazione collettiva del plusprodotto - L'affermarsi dello Stato asociale e il riemergere della disoccupazione
Conclusioni
Le condizioni per rivendicare la riduzione del tempo di lavoro - Riduzione del tempo di lavoro e genesi dell'individuo sociale - La redistribuzione del lavoro, cruna per lo sviluppo
Ultima modifica: 20 Settembre 2023